Europeo ed eurofilo convinto, il presidente Macron non ha sbagliato quando ha fatto un’importante visita ufficiale in Polonia all’inizio dell’anno. In vista della presidenza francese dell’Unione europea nel gennaio 2022, ha anche incaricato Bruno le Maire la scorsa primavera di partecipare alla riunione del Triangolo di Weimar a Cracovia, dedicata all’avanzamento di importanti progetti di interesse comune europeo (PIIEC) e al rilancio di una crescita sostenibile e competitiva.
Le imprese francesi hanno da tempo puntato sul potenziale della Polonia. Infatti, la Francia è il terzo investitore straniero e uno dei maggiori datori di lavoro stranieri nel paese da diversi anni.

Con una crescita ben superiore a quella della zona euro, la Polonia ha potuto resistere alla profonda depressione economica causata dalla crisi sanitaria meglio della maggior parte dei suoi vicini. Molte delle grandi imprese francesi hanno stabilito una forte presenza in un paese che è il principale pilastro nord-orientale dell’Europa. Mercato strategico di quasi 40 milioni di abitanti, l’accesso alla Polonia rimane relativamente sconosciuto al tessuto delle medie imprese francesi. Tuttavia, combinato con misure ambiziose per rilanciare il consumo dopo la crisi del COVID, il sostegno costante alle PMI e la reindustrializzazione 4.0 è uno dei potenti strumenti per la dinamica economica del paese.

In ogni caso, la Polonia è oggi un partner d’elezione per le imprese francesi – piccole e grandi – che desiderano installarsi, esportare o cooperare con le loro controparti polacche.
Stato di diritto, protezione delle minoranze: i temi di tensione tra la Polonia e i suoi partner europei possono talvolta far sorgere degli interrogativi sull’adesione piena e totale di Varsavia ai valori comuni su cui si fonda l’Unione europea. Resta il fatto che il popolo polacco è tra i più eurofili d’Europa e che l’adesione all’Ue è vista più positivamente che in Francia.

Alla fine di una crisi storica, il grande piano di ripresa è una delle chiavi del futuro comune degli europei. È giunto il momento di superare le differenze politiche per offrire alle imprese francesi, polacche ed europee l’opportunità di assicurarsi il loro posto in un contesto globale sempre più competitiv, e di stabilire ed approfondire, nel rispetto delle nostre differenze, la cooperazione bilaterale tra gli attori economici dei nostri paesi.